Professione Biodinamica
La consapevolezza dell'importanza di un'agricoltura biodinamica, di qualità e sostenibile, unita alla ricerca continua di un equilibrio tra il lavoro dell’uomo e la vita di piante e animali, ci ha condotto a realizzare corsi formativi con un obiettivo: curare la terra per guarire l’uomo stesso.
L'agricoltura
Biodinamica

In qualsiasi parte del mondo dove viviamo e coltiviamo la terra possiamo fare biodinamica. Di questa terra dobbiamo rispettarne le leggi biologiche oggi ancora in parte sconosciute; dobbiamo curarla, poiche' l'uomo in questi ultimi 50 anni ha deturpato l'intero territorio agricolo applicando ad esso l'agronomia convenzionale connessa all’agroindustria.
L'uomo del XXI secolo ha disimparato a cogliere i rapporti fra i vari fattori naturali, ha perso le conoscenze che i suoi avi avevano accumulato per millenni con le loro osservazioni ed esperienze dirette, e quindi non riesce più a metterle a frutto nelle proprie attività.
Nel 1924 Rudolf Steiner ci ha donato un nuovo impulso per sostituire il metodo agricolo chimico, che allora si stava affermando; ci ha dato gli strumenti per comprendere e intervenire, rispettando la sapienza e i meccanismi della natura che esistono da milioni di anni. Questi strumenti esistono oggi nel metodo agricolo Biodinamico.
La biodinamica racchiude una serie di pratiche agricole arricchite da una visione spirituale e antroposofica del filosofo austriaco Steiner. Secondo quest’ultimo, solo attraverso un approccio olistico che abbracci l’uomo, il suolo e la vita che si sviluppa su di esso si può ottenere un’agricoltura più in equilibrio con l’ecosistema terrestre. Nelle idee di Steiner, spiritualità, forze astrali e microorganismi attivi, vengono materialmente trasferiti al terreno tramite i preparati.
Storia di una vocazione
Negli anni 70, Carlo Noro si avvicinò al mondo della biodinamica, iniziando da subito ad un suo metodo per la creazione dei preparati da spruzzo e da cumulo. Nel frattempo in Australia questa pratica era già ben consolidata grazie a un vasto lavoro e una serie di risultati tangibili. Durante una conferenza sui contributi di Steiner, Carlo ebbe modo di conoscere Alex Podolinsky, un contadino australiano e pioniere di questa disciplina.
Podolinsky rimase colpito dai preparati di Carlo e lo convinse a intraprendere un cambiamento radicale nella sua vita. Così, con un senso di missione, Carlo lasciò il suo impiego in banca a Roma e si trasferì nella piccola e fredda valle oltre le colline di Labico.
Fin da subito, Carlo comprese che quella zona era gravemente inquinata. I terreni erano considerati incoltivabili a causa delle malattie che colpivano ogni tipo di coltura in modo aggressivo.
In questa cornice sviluppò i suoi preparati biodinamici per ripristinare l'equilibrio che permette alle colture di prosperare in armonia con la natura. Nell' arco di alcuni anni, fu in grado di restituire vitalità e fertilità al terreno e di coltivare una varietà rilevante di ortaggi.
Oggi, dopo quasi 30 anni Carlo Noro è diventato il punto di riferimento in Italia e non solo per questo approccio agronomico. È anche il maggiore produttore di preparati biodinamici nel paese.
La Biodinamica secondo Noro
La biodinamica attuale ha subito notevoli cambiamenti rispetto ai principi teorici di Rudolf Steiner. Noi riteniamo che l’antroposofia sia benefica, ma solo se l’agricoltura raggiunge un elevato livello di qualità attraverso l’uso dei preparati biodinamici.
La sensibilità è un requisito essenziale per praticare la biodinamica. È necessario osservare le piante da un punto di vista diverso, riconoscendo la loro interazione con il cielo, la terra e l’intero ecosistema.
Questo approccio si concentra sulla prevenzione piuttosto che sui sintomi, a differenza dell’agricoltura convenzionale. L’analogia con la nutrizione umana è chiara: una buona alimentazione porta a uno stato di benessere, e lo stesso principio si applica alle piante.
Pertanto, il lavoro sul terreno richiede lo stesso impegno che richiederebbe la cura del proprio corpo.
I processi sono lunghi e graduali, ma i danni che abbiamo sulla salute hanno un’origine molto lontana negli anni…
…addirittura dal Dopoguerra quando bisognava sfamare un’intera nazione e ancora non si conosceva la dannosità dei fitofarmaci.
L’approccio biodinamico supera anche il concetto di sostenibilità: punta infatti a migliorare e non soltanto a mantenere intatta uno stato di partenza.
Questo miglioramento si manifesta attraverso la trasformazione del terreno coltivando il suo humus, conferendogli vitalità, dinamicità e fertilità.
L’approccio filosofico della biodinamica è stato spesso un ostacolo nell’attrarre gli agricoltori; perciò, la pratica deve dimostrare risultati tangibili per conquistare credibilità.
È evidente che l’agricoltura convenzionale, basata sulla chimica, sui fitofarmaci, sull’ ingegneria genetica e soprattutto su un approccio al sintomo non può essere la risposta adeguata ad affrontare i problemi di fertilità del suolo e di sostenibilità degli ecosistemi.
I nostri preparati
Tra il 7 giugno e il 16 giugno del 1924 Steiner ha tenuto otto conferenze durante le quali introduce il concetto dei preparati biodinamici e dell’importanza che rivestono nell’applicazione del metodo.
I preparati a seconda della loro modalità d'uso si dividono in preparati da spruzzo, il 500 o Cornoletame e il 501, il Cornosilice e in preparati da cumulo che vanno dal 502 al 507.
I preparati da cumulo vanno inseriti nel compost e guidano tutti i processi di demolizione della sostanza organica e costruzione dell’humus e apportano microelementi necessari al corretto nutrimento delle piante.
In un compost di circa 6 metri lineari, alto un metro e largo due, va inserita una dose completa di preparati da cumulo. Il dosaggio è di 2 grammi per ogni preparato. Vanno praticati 5 fori sul cumulo (vedi immagine) che raggiungano il centro. In ogni foro va inserito un preparato. L’ultimo (il 507 valeriana) va sciolto in 5 litri d’acqua tiepida (senza essere assolutamente dinamizzato) e si deve bagnare l’intera massa. A questo punto una volta inseriti i preparati si deve coprire il compost con uno strato abbondante di paglia.
Formazione
Professione
Biodinamica
Svolgiamo da più di 30 anni corsi di agricoltura biodinamica sia in azienda che in altre sedi in tutta Italia.
Fortemente voluta da Carlo Noro e Michele Lorenzetti, nasce nel 2013, presso la nostra azienda, l'Associazione Culturale "Professione Biodinamica", una scuola che si prefigge di insegnare agli agricoltori professionisti, agli hobbisti ed a chiunque voglia imparare, un metodo efficace, alternativo al convenzionale, per improntare praticamente il lavoro sul terreno (e non solo).
Tutti i corsi sono sia teorici che pratici.


Michele Lorenzetti è Biologo ed Enologo. Strettissimo collaboratore di indispensabile importanza al pari di Carlo Noro nel mondo biodinamico. Il suo lavoro come responsabile scientifico della scuola di formazione e sui preparati biodinamici è alla base del nostro lavoro. Enormi ed indiscutibili risultati ottenuti in vitivinicoltura lo hanno portato ad essere uno dei più indiscussi e affermati enologi in ambito biodinamico.
Ad oggi e’ impegnato a formare in agricoltura biodinamica molte aziende vitivinicole in tutto il territorio italiano. Nel 2006 pianta un vigneto a Vicchio del Mugello sull’Appenino Tosco-Emiliano dove produce ed imbottiglia il suo vino.
Nasce nel ’51 a Piglio, in Ciociaria, patria del Cesanese, dove trascorre l’infanzia, fino ai 10-11 anni. Suo padre era agricoltore: coltivava principalmente vite e olivo e produceva in media 24 botti di vino all’anno, oltre a olio e grano. Poi la svolta: a causa della grandine vanno persi tre anni consecutivi di raccolto, la crisi economica che ne consegue costringe il padre ad emigrare con la famiglia in Toscana, a Ponte Buggianese (PT) a 8 km da Montecatini Terme. A circa 20 anni, terminati gli studi all’Istituto Professionale per le Arti Grafiche, da linotipista specializzato, impianta a Roma una tipografia (tra l’altro, nell’uso dei colori complementari in biodinamica, dice di essere stato molto aiutato dalla sua esperienza tipografica). L’attività procede bene per alcuni anni, ma poi, sopraffatto dalla mole degli impegni (a poco più di 20 anni, ha 2 operai e lavora 15 ore al giorno), non sentendosi più padrone della propria vita, cambia radicalmente attività: viene assunto da una banca, per la quale lavorerà per circa 20 anni.